Pensione: Inps fornisce indicazioni per riscatto anni non coperti da contributi
Con la lettera circolare n. 36 del 05 marzo 2019 Inps fornisce chiarimenti sul riscatto periodi scoperti da contributi. Le indicazioni derivano da quanto disposto dall’articolo 20 del decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2019 pubblicato in GU n. 23 del 28 gennaio 2019 “Facoltà di riscatto dei periodi non coperti da contribuzione”. La circolare contiene inoltre indicazioni anche relativamente alle disposizioni in materia di fondi di solidarietà bilaterali ai sensi del comma 3 dell’articolo 22.
Laurea
La possibilità del riscatto dei periodi non coperti da contributi include – e viene estesa – anche agli anni di laurea, con l’introduzione di un nuovo sistema di calcolo dell’onere di riscatto dei periodi di studi universitari, da valutare nel sistema contributivo.
Le nuove disposizioni sono state introdotte in via sperimentale per il triennio 2019-2021 e sono applicabili ai contribuenti iscritti all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti e alle forme sostitutive, alle gestioni separate e speciali per lavoratori autonomi e liberi professionisti, a condizione che siano privi di versamenti contributivi al 31 dicembre 1995 e che non siano già titolari di pensione. Tale vincolo subordina quindi la possibilità di riscatto ai soli anni universitari, che abbiano conseguito una laurea di tipo magistrale o triennale (anche i diplomi universitari del vecchio ordinamento e gli anni di specializzazione e dottorato sono ricompresi), sostenuti a partire dal primo gennaio 1996. Sarà possibile anche un riscatto parziale, a condizione che interessi gli anni di laurea successivi alla data sopra indicata e per un massimo di cinque anni, anche non continuativi.
Il vincolo del limite di età di quarantacinque anni è stato invece superato grazie ad un emendamento che estende fino al almeno cinquanta anni il limite anagrafico per poter richiedere il riscatto.
Le agevolazioni riguardano quindi sia il numero e la tipologia di soggetti potenzialmente interessati, che soprattutto le modalità di calcolo e di versamento del premio di riscatto.
Il costo del riscatto agevolato viene ora calcolato per gli anni di laurea seguendo i medesimi criteri utilizzati per gli inoccupati: le modalità prevedono che si vada a moltiplicare l’aliquota in vigore (33%) per il reddito minimo soggetto a imposizione della Gestione Inps, pari a euro 15.710 nel 2018, per una spesa di 5.185 euro circa per ogni anno che si intende riscattare. Rispetto a quanto precedentemente in vigore questo rappresenta un metodo più economico per riscattare i periodi contributivi, poiché utilizza come riferimento l’ultima retribuzione imponibile del lavoratore prima della richiesta per applicare la percentuale del 33 per cento e non una base forfettaria.
Periodi lavorativi senza contributi
Le prime cifre sulla copertura finanziaria indicano che la facoltà di riscatto dei periodi non coperti da contribuzione potrebbe incidere per circa 130,6 milioni di euro nei primi sei anni di applicazione, mentre nei quattro anni successivi sono previste maggiori entrate per 48,7 milioni, in termini cumulati.
La presentazione delle domande è possibile dal 29 gennaio 2019 e, per il momento, non oltre il termine del periodo di prova (31 dicembre 2021), direttamente dal contribuente interessato piuttosto che da suo superstite o parente affine. È prevista la possibilità di dilazionare, senza interessi, il pagamento del contributo dovuto in 60 rate mensili (di importo non inferiore a 30 euro) e l’onere versato è detraibile dall’imposta lorda nella misura del 50%, con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e di pari importo nell’anno di sostenimento e in quelli successivi.
Per i lavoratori del comparto privato, la domanda di riscatto può essere presentata anche dalla azienda e, in tal caso, i contributi versati sono deducibili dal reddito di impresa e da lavoro autonomo.