Ispettorato Nazionale Lavoro, Rapporto annuale dell’attività di vigilanza 2018

Ispettorato Nazionale Lavoro, Rapporto annuale dell’attività di vigilanza 2018

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L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha pubblicato il “Rapporto annuale dell’attività di vigilanza 2018” presentato il 18 aprile 2019.

Le azioni dei 2.100 ispettori del lavoro si sono concentrate sui fenomeni di maggiore rilevanza in materia di lavoro e legislazione sociale, quali le violazioni sugli aspetti della sicurezza, il lavoro sommerso, il caporalato e l’intermediazione illecita. Nel complesso sono state ispezionate 144.163 aziende, sul totale degli accertamenti effettuati è stato rilevato un tasso di irregolarità pari al 70%, in 98.255 casi (con una crescita di cinque punti percentuali rispetto al 2017). Oltre due aziende su tre sono quindi risultate irregolari.

I controlli degli ispettori svolti in materia di tutela della salute e della sicurezza hanno interessato 20.492 aziende italiane, a fronte dei quali sono state trovate irregolarità in 16.394 casi (pari a circa l’82%). Sul totale delle violazioni accertate (31.218), il 13,9% hanno comportato sanzioni di tipo documentale e l’86,1% (26.885) hanno comportato sanzioni di tipo penale. Di questi ultimi l’82,5% (22.198) hanno riguardato violazioni sulla prevenzione dei lavoratori, mentre 4.237 hanno riguardato la violazione delle norme per la corretta installazione degli impianti di videosorveglianza e degli altri strumenti di controllo, come previsto dall’4 della L. n. 300/1970.

Degli illeciti contestati con riferimento al D.Lgs. n. 81/2008: il 54% ha riguardato il mancato rispetto delle misure organizzative nei cantieri (titolo IV), il 39% è invece riferito alle violazioni di carattere generale (Titolo I), mentre il restante 7% ha riguardato il mancato rispetto degli obblighi contenuti negli altri titoli (valutazioni di rischio specifiche). Tale dato evidenzia la persistente inadeguata attenzione, da parte dei datori di lavoro ispezionati, agli obblighi di carattere generale alla base della tutela del lavoratore, con particolare riferimento alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori, con un tasso di irregolarità del 15,36% e agli obblighi di formazione e informazione, con un tasso di irregolarità del 10,5%.

Sono stati accertati 42.306 casi di lavoro in nero, pari ad oltre il 40% del totale rilevato di lavoratori irregolari. I settori commerciali maggiormente interessati dal fenomeno sono stati il comparto della ristorazione e alberghiero (54% circa sul totale degli accertamenti definiti per il settore), il commercio (28% degli accertamenti), l’edilizia (16%), le attività manifatturiere (39%) e agricoltura (nel 51% circa degli accertamenti definiti). Anche nel settore degli autotrasporti (12.120 controlli) i casi di lavoro nero hanno interessato circa 1.130 violazioni.

Importanti anche le verifiche in materia di caporalato, un fenomeno che affligge il settore dell’agricoltura con una incidenza significativa nelle regioni del centro e del sud Italia. In particolare, sono stati effettuati 7.160 controlli, con un tasso di irregolarità registrato in aumento del 4% rispetto all’anno precedente che si assesta per il 2018 intorno al 54,8%. In totale sono stati trovati irregolarità su 5.114 lavoratori che nel 65,5% sono risultati in “nero”.

Le verifiche in materia di decentramento produttivo (appalto, distacco o somministrazione fittizie) hanno riguardato complessivamente 10.877 lavoratori interessati da provvedimenti riguardanti violazioni per fenomeni interpositori e distacchi transnazionali non realmente eseguiti. Trovate anche 1.986 cooperative irregolari (il 60% di quelle ispezionate), soprattutto per fenomeni di qualificazione irregolare del rapporto di lavoro.

Gli importi complessivi derivanti dalle sanzioni elevate alle aziende oggetto dei provvedimenti sanzionatori e dal recupero dei versamenti contributivi evasi sono stati di € 1.356.180.092, in aumento del +23% rispetto al dato rilevato nell’anno precedente. I risultati delle attività ispettive hanno portato, anche alla sospensione di 8.798 attività per violazioni gravi e reiterate, il valore più alto mai raggiunto. Nella maggior parte dei casi il ricorso alla sospensione è conseguito alla presenza di lavoratori in nero in misura pari o superiore al 20% di quelli presenti sul luogo di lavoro, in alcuni casi le sospensioni sono state determinate da gravi e reiterate violazioni della disciplina in materia di tutela della salute e sicurezza